“La sindrome di Peter Pan è quella situazione psicologica in cui si trova una persona immatura, che si rifiuta (o è incapace) di crescere, di diventare adulta e di assumersi le responsabilità.La sindrome è una condizione psicologica patologica in cui un soggetto rifiuta di operare nel mondo “degli adulti” in quanto lo ritiene ostile e si rifugia in comportamenti ed in regole comportamentali tipiche della fanciullezza.” Questo dice Wikipedia alla voce della sindrome di Peter Pan, ma stavolta la definizione non mi soddisfa completamente o forse non rispecchia esattamente la sindrome di cui godo, notare bene non soffro, io stesso. Mi piacerebbe chiamarla sindrome del marinaio o sindrome dell’evaso.
Crescere, maturare, assumersi responsabilità, sono tutti concetti che vengono ripetuti continuamente sin da bambini e sembra che non se ne possa fare a meno, che sia l’unico modo in cui è possibile vivere. E’ un processo inevitabile, siamo costretti ad evolverci verso una forma più adulta e perdere la spensieratezza e l’ingenuità dell’infanzia come se con gli anni si dovesse per forza assumere serietà e compostezza. Nessuno però spiega mai il perchè. O quali siano i vantaggi che questa nuova condizione porta. Forse perchè in realtà di vantaggi reali non ce n’è e le persone già mature e irrigidite sulle loro posizioni hanno piacere di vedere qualcun altro che commette il loro errore, per non sentirsi sole e abbandonate in una condizione che non può piacere. Il mondo dei cosiddetti adulti non è “ostile” come afferma Wikipedia, è inutilmente complicato ed artificiale, esageratamente strutturato più per limitare che per allargare gli orizzonti, teso a ridurre ad un ordine prestabilito ogni stravaganza ed anelito di libertà.
E allora perchè farne parte? Tenetevi la vostra maturità e la vostra presunta sicurezza, la consapevolezza di avere raggiunto l’apice della crescita e l’illusione di avere il controllo sulla vita grazie all’immenso bagaglio di conoscenze di cui vi fate tanto belli. Tenetevi i vostri matrimoni, i bambini e il cane, la casa al mare e i weekend coi nonni, i mutui e l’auto nuova a rate, il libretto coi risparmi e i progetti per quando sarete in pensione, perchè pianificare la vecchiaia è cominciare a viverla sin da oggi e pensare al futuro significa perdersi il presente. Tenetevi le visite di cortesia e i sorrisi di circostanza, le promozioni al lavoro e gli aumenti di stipendio, i mobili nuovi e la crociera all-inclusive ai Caraibi, ma soprattutto tenetevi la vostra noia e la vostra depressione, quelle che avete e che mascherate in ogni modo per non ammettere a voi stessi che questo non è quel che volevate.
EGO ha detto:
…e allora perchè non hai voluto fare l’itinerario avventuroso con me e spugna quest’estate? :)
Comunque questo è lo spirito giusto per lo Yucatan! :) Ci vediamo all’aeroporto alla data ed ora prefissata, io, te, Spugna e il coccodrillo che s’è mangiato la mia manooooo!! :)
alessandro ha detto:
ottimo mush, ottimo
clarabella ha detto:
Questo è il mio progetto di quest’anno. Se senza sapere cosa voglio evidentemente non posso soddisfarmi, il primo passo per riparare è proprio fare come alle elementari, prendere carta e penna, anche virtuali, e scrivere una lista aggiornabile di progetti vicini o lontani per futura referenza, per sapere in che direzione andare.
…
pianificare la vecchiaia è cominciare a viverla sin da oggi e pensare al futuro significa perdersi il presente.
lely ha detto:
Mi viene da ribaltare un detto latino “accusatio non petita excusatio manifesta”.
Ma quanta foga, quanta veemenza nel tuo rifiuto sdegnoso verso l’altro modello. Ma chi sono poi questi “voi”? chi accusi? perchè li disprezzi? non puoi capirli, credo, ma li hai mai ascoltati?
Divertiti, fai bene. Io spero che questi altri, quando finirà lo spasso e tu avrai bisogno di aiuto, non saranno troppo impegnati a giocare con i nipotini per accorrere da te.
rafi ha detto:
*gasp!*
LaConcu ha detto:
Mush, cambiati il pannolino…