Imperversa sui giornali l’ennesimo dibattito in seguito alla proposta del viceministro Urso che suggerisce di consentire a chi lo volesse di sostituire l’ora di insegnamento della religione cattolica nelle scuole con una disciplina analoga per la religione islamica. In pratica i cattolici continuerebbero a frequentare la lezione tradizionale mentre i figli di genitori islamici potrebbero accedere all’insegnamento del proprio credo. Al momento le posizioni, anche all’interno dello schieramento da cui è nata l’idea, sono divise tra chi è aperto nei confronti dell’integrazione delle altre culture in Italia e dunque favorevole alla proposta e chi invece non vuole consentire modifiche che possano mettere in difficoltà l’identità italiana tradizionale.
E, come spesso accade nel nostro panorama politico, anche questa idea è nata con intenti provocatori e polemici estremamente circostanziali e punta il mirino in una direzione senza senso. Secondo le statistiche solo poco più del 2% della popolazione italiana è di religione islamica. Applicando lo stesso principio e secondo la libertà di religione sancita dall’articolo 3 della costituzione, si dovrebbe quantomeno offrire la stessa opportunità a tutte le altre minoranze religiose che godono degli stessi diritti di fronte alla legge di quella cattolica e islamica. Il controsenso è che, invece di procedere all’eliminazione dell’obsoleta, anacronistica e spesso disertata ora di religione nelle scuole, si cerca di allargarne le competenze. Ovviamente il Vaticano si pronuncia favorevole perchè questo significa che di certo l’istituzione non verrà abolita e quattro gatti che andranno a sentire il muezzin valgono bene la stragrande maggioranza che continuerà ad ascoltare il prete.
La verità è che l’insegnamento della religione cattolica nella scuole è nato in un momento storico molto particolare, in seguito ad un concordato tra il Vaticano e -pensate un po’- il governo fascista e tale accordo è rimasto pressochè immutato dagli anni ’20 fino ad oggi. Si tratta dunque di un retaggio di quegli oscuri rapporti tra Stato e Chiesa che sono intercorsi durante il ventennio e più tardi dopo la salita al potere della Democrazia Cristiana. L’ora di religione è una conseguenza di utilitaristici patti politici del passato e deve essere abolita, non è compito della scuola formare la spiritualità degli studenti e tanto meno indirizzarli a questo o quel credo. Oggi di tutto abbiamo bisogno tranne che si sottolineino ulteriormente le differenze culturali e religiose anche nel corso dell’educazione scolastica.
EGO ha detto:
Religione e Scuola, così come Religione e Stato, dovrebbero rimanere completamente avulse l’una dall’altra – non c’è nessuna ragione logica alla luce della quale si possa gisutificare una commistione di qualsiasi tipo.
L’insegnamento di una Religione, qualsivoglia Religione, nella Scuola, è una forzatura insensata.
Comunque, finalmente, un post che pone un’ottima base per una bella bagarre di commenti furibondi, con tanto di flame, controflame, ban, eccetra, eccetra… bravo mush :) :)
ti ha detto:
Non so se considererai questo commento inutele giudicandolo rispetto ai criteri del post precedente ma voglio solo dire che hai scritto, meglio di quanto avrei potuto fare io, esattamente il mio pensiero su questo episodio.
Sarà che facciamo entrambi parte del mondo informatico e quindi ragioniamo similmente dato che mi trovo praticamente d’accordo in ogni tuo post.
Ciao
Agnes ha detto:
E invece no…per quale motivo religione (senza la maiuscola reverenziale) e scuola dovrebbero restare separate? Laddove la religione è una delle più potenti manifestazioni culturali e affascinante oggetto di indagine razionale…?! Non parlo di dottrina o di fede, per cui ogni autorità religiosa ha libera facoltà di scegliere tempi e modi per educare i suoi seguac; ma nelle scuole, soprattutto in quele pubbliche, DOVREBBE essere previsto l’insegnamento della storia delle religioni così come si studia filosofia…la cosa drammatica è sì la sopravvivenza dell’ora di religione ma solo nella misura in cui si esplichi così come uscì ottant’anni fa da un accordo squisitamente opportunistico e totalmente anacronistico ORA. Stupendo e drammatico allo stesso tempo, il fatto che oggi molto sia lasciato alle singole capacità e personalità degli insegnanti di religione (come del resto succede per quasi tutte le materie scolastiche, purtroppo): perchè se ce ne sono molti che utilizzano le ore di insegnamento per indottrinare ce ne sono anche altri che stimolano e invitano al confronto, insegnando agli studenti che la religione è un aspetto fondamentale per la vita di molte persone ma non ne esiste una soltanto.